Le velocità astronomiche del 5G che potrebbero toccare i 10 Gbps, permetteranno alle auto di comunicare to everything
Nelle ultime settimane c’è un grande vociare riguardo alla guida autonoma.
La sperimentazione a Merano di un bus urbano senza conducente sembra essere ormai prossima ed intanto sono sempre di più le case automobilistiche, come Wolkswagen e Tesla, che prevedono modelli d’auto con sistemi Autopilot.
In un’epoca in cui siamo tutti iperconnessi, non restava infatti che provare a rendere connesse anche le auto, grazie alle infinite possibilità che le nuove tecnologie ci stanno offrendo.
Connected car e 5G: le connessioni non hanno più confini
Le auto connesse grazie alla tecnologia C-V2X (5G Automotive Association) sono in grado di interfacciarsi praticamente verso qualsiasi cosa: elementi stradali, app e smartphone, altre auto/moto/biciclette e colonnine elettriche.
Il 5G, diretta evoluzione delle ormai passate tecnologie 3G/LTE, permetterà infatti ai veicoli di scambiare informazioni e dati multimediali su larga banda, senza problemi di latenza. Una comunicazione praticamente immediata fra mondo digital e real-time che passerà sicuramente attraverso l’IoT (internet of things).
Processando non meno di 4.000 GB al giorno, le auto comunicheranno con il mondo esterno rendendolo anche più sicuro, grazie al fatto che il veicolo sarà sempre più in grado di trasmettere la sua posizione e di ottimizzare indirettamente il traffico e le mappe.
Privacy e sicurezza: Come mettere al sicuro le auto connesse
Il rovescio della medaglia di questa accelerata verso le connected cars è però in termini di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda gli attacchi hacker che potrebbero causare non pochi danni alla rete stradale, alla privacy dei proprietari e all’auto stessa.
Basti pensare al fatto che le auto comunicano con i centri assistenza per le manutenzioni di routine, con l’assicurazione per comunicare lo stile di guida ed eventuali incidenti, ma anche con tutti i dispositivi a cui si interfacciano durante il loro tragitto.
Finchè si parla di localizzare il veicolo, poco male… Ma gli hacker potrebbero addirittura interfacciarsi con la guida autonoma, come ha dimostrato l’esperimento della società Promon che ha violato un veicolo Tesla durante un test di cybersecurity.
Iperconnessione e dati personali
Come abbiamo visto, oltre agli spostamenti tracciati attraverso il GPS, le auto conterranno sempre più dati personali. Non dovremo stare attenti solo alla privacy dei nostri smartphone, come consigliava Anstel.it specialisti in soluzioni di telefonia per aziende, ma anche alla sicurezza della nostra automobile.
Una retrospettiva da considerare, anche e soprattutto quando interessa il parco auto aziendale e indirettamente i collegamenti cloud, come quelli al centralino VoIP ed in generale alla rete internet aziendale.
Ecofin e dispositivi di sicurezza obbligatori
Ecofin, ha finalmente ultimato l’elenco dei dispositivi di safe-security obbligatori sui veicoli omologati entro la metà del 2022.
Fra i dispositivi safe-security obbligatori e indispensabili per garantirci un viaggio in sicurezza, troviamo:
- Analisi e pressione dei pneumatici (per risparmiare carburante e garantire la sicurezza del mezzo)
- Dispositivo di frenata automatica (utile in caso di ostacolo improvviso)
- Allerta conducente in caso di retromarcia (prevenzione incidenti)
- Avvisi per distrazione/stanchezza o malessere del conducente (sicurezza)
- Alcolock che inibirà la guida al conducente in stato d’ebbrezza (guida in stato alterato)
L’eye -tracking di Tobii
Fra i vari dispositivi citati, abbiamo scelto di analizzare lo studio della traiettoria dello sguardo del conducente che dà molteplici informazioni sull’attività celebrale del conducente.
L’analisi dello sguardo umano alla guida crea una sorta di “memoria del comportamento utente” che rileva eventuali distrazioni, testando la reattività del guidatore ad un eventuale pericolo.
Non si tratta di un progetto privo di fondamento, ma di uno studio trentennale che crede fermamente nella prevenzione e nello studio dei movimenti oculari.
Ma quando vedremo su strada i veicoli connessi al 5g?
Le auto connesse si distinguono a seconda del grado d’autonomia di guida del mezzo di cui dispongono; per questo dal 2021 in avanti avremo uno scenario ibrido che vedrà convivere le automobili normali accanto ai primi prototipi di livello 3, sino ad arrivare al livello 5 che corrisponde alla guida completamente autonoma nel 2025.
La mobilità connessa sarà quindi d’ausilio per migliorare la qualità di guida e, più in generale, il modo di concepire gli spostamenti. Basti pensare al rilevamento collisioni, alle informazioni sul traffico o su eventi straordinari che bloccano la carreggiata.
Auto elettriche: le previsioni degli analisti Gartner
Secondo uno studio pubblicato da Gartner, Forecast Analysis: Autonomous Vehicle Net Additions, Internet of Things, Worldwide, Europa, Asia e USA saranno i continenti più reattivi per quanto riguarda il mondo dei veicoli autonomi. Si parla di circa 750 mila veicoli a guida autonoma, immatricolati ed attivi, entro il 2023.
Non è un caso che società del calibro di Uber, Waymo con Google e Tesla stiano potenziando le sperimentazioni delle automobili a guida autonoma, in attesa di una regolamentazione ufficiale del mercato.
La società di consulenza tecnologica statunitense ha sottolineato l’evoluzione dei sistemi di guida assistita avanzata e tutta la rete di oggetti intelligenti integrati nelle infrastrutture, nei semafori e nella segnaletica stradale.