Tantissime persone, specialmente nel nostro Paese, sono solite usare il telefono quando sono alla guida: c’è chi lo usa per chiamare, chi per messaggiare o bazzicare sui social, chi addirittura per fare foto o video. Per ovviare a quest’ultima, pericolosissima pratica, esistono le cosiddette Dash Cam – letteralmente “videocamere da cruscotto” – che, se installate in macchina, sono in grado di riprendere tutto ciò che succede mentre si guida.
Dashcam: a cosa servono
Molte persone, nel tentativo di riprendere eventi naturali straordinari o addirittura avvenimenti stradali (come incidenti o traffico), usano il proprio telefono, mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri per un video di scarsa qualità. Il primo Paese che ha visto spopolare le dashcam è la Russia, dove gli incidenti e gli abusi di potere da parte della polizia sono all’ordine del giorno: già da quasi dieci anni, molti cittadini russi hanno così deciso di tutelarsi installando una dashcam nella propria vettura. Anche Regno Unito e Stati Uniti hanno visto incrementare le vendite delle Dash Cam negli ultimi anni (e l’Italia non è da meno). La natura molto flessibile delle Dash Cam attualmente in commercio a prezzi abbordabili (ad esempio questo modello della AUKEY è quello che gode delle migliori recensioni su Amazon), le permette non solo di essere installate sul cruscotto per inquadrare frontalmente (lungo il senso di marcia), ma anche sul lunotto posteriore. Non solo: le dashcam interne permettono al guidatore di riprendere tutto quello che succede all’interno dell’abitacolo, una pratica molto utilizzata soprattutto dai tassisti come deterrente contro i furti e in caso di controversie con i clienti. Addirittura, esistono Dash Cam in grado di fare riprese a 360° (questo il modello più venduto su Amazon), così da catturare tutto quello che succede intorno alla macchina nel corso del viaggio.
Come funziona una Dashcam
Praticamente tutte le dashcam vengono alimentate dalla macchina in movimento mediante il collegamento USB alla presa accendisigari o attraverso la presa OBD: quando il veicolo si spegne, si spegne di conseguenza anche la dashcam. Ci sono però delle interessanti eccezioni: nel caso in cui la macchina venga tamponata quando è spenta (ad esempio quando è parcheggiata), alcuni modelli hanno dei sensori che rilevano il contatto e si accendono automaticamente, filmando per qualche minuto. I video vengono salvati in una scheda di memoria estraibile sotto forma di filmati di breve durata (qualche minuto): spetta al guidatore l’accortezza di spostare gli spezzoni più rilevanti sul proprio PC, dal momento che i video vecchi vengono automaticamente sovrascritti quando la scheda di memoria non ha più spazio a disposizione. In alcune dashcam, il salvataggio avviene in maniera automatica, mentre altri modelli necessitano di un salvataggio manuale. Si raccomanda sempre di affidare l’installazione della dashcam ad un elettrauto specializzato, questo per evitare danni all’apparato elettrico dell’auto e per ottenere un lavoro pulito, senza fili in vista.
Dashcam: quanto costano e cosa dice la legge
I prezzi da pagare per assicurarsi una dashcam non sono esorbitanti: su Internet si possono portare a casa alcuni modelli già con una spesa di 30-50 euro. Ovviamente, esistono modelli superiori che arrivano a costare anche più di 100 euro. Ricordiamo inoltre che le dashcam, in assenza di una normativa specifica, sono regolate dalla legge sul trattamento dei dati personali: i filmati prodotti con la dashcam non possono essere diffusi pubblicamente se le persone o altri dati personali a loro riconducibili, come le targhe delle macchine, sono chiaramente riconoscibili. Tuttavia, proprio perché il loro principale utilizzo è quello di tutela in caso di sinistri stradali, quando non c’è un accordo per compilare la constatazione amichevole, i video possono essere mostrati per fini personali a chi lavora nel campo assicurativo.