Ha cominciato a scalare i sentieri di montagna nel 1983. E 35 anni dopo non ha ancora smesso. Unica e insostituibile, la Panda 4×4 è ancora la perla della gamma dell’utilitaria. Un oggetto di culto. E accanto, oggi, ha un’altra specialista di ogni terreno, la 500X.
L’importanza dell’operazione compiuta dalla Fiat con la Panda 4×4 va ben oltre il dato di fatto, puramente commerciale, di aver saputo progettare e sostenere, negli anni (molti anni) una citycar a trazione integrale senza rivali. Perché quella della Panda 4×4 non è soltanto (si fa per dire) la storia di un modello di successo. È la storia di un’auto icona che all’interno della «famiglia» Fiat, e nella stessa gamma Panda, si è costruita una solida e individuale reputazione.
Insomma, non una delle tante versioni dell’utilitaria disegnata da quel genio di Giorgetto Giugiaro, ma un modello a sé stante. Non una piccola fuoristrada per la clientela che non può permettersi di realizzare i suoi grandi sogni, ma una grande e insostituibile esploratrice dei percorsi proibiti alle «colleghe» di maggiori dimensioni, dai sentieri alpini e appenninici più stretti ai tortuosi vicoli dei borghi collinari. La prima o seconda auto del medico di campagna, dell’artigiano e dell’insegnante di paese, del cacciatore, dell’escursionista… Funzionalità, efficienza, razionalità, ed eleganza. È così che la Panda 4×4 è diventata quello che è: un oggetto di culto.
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Lanciata nel 1983, la prima generazione viene sviluppata in collaborazione con l’austriaca Steyr, che si occupa della trazione integrale. Il sistema 4×4 si basa sull’inserimento manuale del retrotreno e su una prima marcia che è di fatto una ridotta (in condizioni normali la partenza deve avvenire in seconda), per favorire il disimpegno nei passaggi più difficili. Mentre la quinta ha lo stesso rapporto della quarta sulle Panda a trazione anteriore. Costruita nello stabilimento siciliano di Termini Imerese, monta il motore da 965 cc e 48 cavalli delle A112 Elite e LX; è omologata per 5 posti; è lunga 399 centimetri; pesa 740 kg; supera pendenze del 42%; tocca i 135 orari; consuma in media (dato dichiarato) 7 litri per 100 km; costa poco meno di 10 milioni di lire (più meno lo stesso prezzo della contemporanea Uno Diesel 5 porte). Sono trascorsi 35 anni e la 4×4 è ancora al suo posto, incastonata come una perla nel listino della Panda. Di generazione in generazione non ha perso la sua unicità: tutt’oggi è la sola citycar con trazione integrale on-demand.
L’attuale, è lunga 369 cm (4 in più della «normale») e alta 161 (+5). Ha di serie quattro posti (il quinto è a pagamento). Monta motori a benzina e Diesel da 80 cv (per i neopatentati) a 95. E va da 16.500 euro a 19.500. Lo spirito offroad è denunciato dai paraurti bombati, dalle piastre motore e scarico satinate, dalle fasce paracolpi laterali, dalle minigonne protettive. L’abitacolo è curato, i sedili e i pannelli delle porte sono lavabili. Il baule va da 225 litri a 870. Gli 80 chili in più rispetto al modello a trazione anteriore non si avvertono, mentre il bicilindrico Twin Air 0,9 litri da 85 cv sulla normale e 90 sulla Cross, la versione con il look più cattivo, che costa 2.000 euro in più, fa il suo dovere (ma per i grandi viaggiatori c’è anche il diesel 1.3 Euro 6dTemp da 95 cv). Il sistema elettronico che garantisce le prestazioni fuori strada utilizza due frizioni per trasferire una parte della coppia alle ruote posteriori.
Ma c’è anche un’altra Fiat orientata all’avventura offroad: è la 500X, la crossover sorella maggiore della Panda 4×4, lunga 426 cm, larga 180 e alta 160, in campo dal 2014 e appena rinnovata. Prima nella classifica (Unrae) delle vendite fra le crossover. Il design è un mix tra estetica e funzionalità. Il frontale è bello e contiene forti richiami all’iconica 500 da cui deriva; il profilo è slanciato; il posteriore appare solido, e «nasconde» un vano bagagli da 350 litri al minimo. Nell’abitacolo si trovano comode sedute, materiali di buona fattura, un sistema di infotainment con navigatore multifunzionale e la possibilità di connettersi ai principali sistemi operativi degli smartphone. La parte del leone del rinnovamento la fanno i sistemi di sicurezza. Una dotazione mai vista prima su una vettura di questa categoria. La 500X Cross è un peperino, insaporito ulteriormente da un motore a gasolio da 2.0 litri che eroga 140 cavalli e dalla trazione integrale in abbinamento al cambio automatico a nove marce.
L’impostazione di guida, per quanto rialzata, è quella di una berlina, e l’abitabilità è generosa anche sul divano. La trazione integrale della 500X ha molto in comune con quella della Jeep Renegade, perché utilizza il medesimo sistema di disconnessione dell’asse posteriore. Attraverso il Drive Mood Selector il guidatore può ritagliarsi su misura le risposte dello sterzo, del motore, del cambio e dei freni su tre differenti settaggi: Auto, Sport e Traction. Nel caso di fondi scivolosi o con pendenze impegnative entra in azione il Traction Plus, che rileva lo slittamento o un’anomala aderenza e trasferisce la coppia alla ruota con maggiore attrito.
Fonte: www.motorinotizie.it