Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata alla Presidenza del GAUSS (Gruppo Autosoccorritori Solidali).
La presente per portare alla conoscenza di codesta presidenza lo stato di disagio in cui si trovano ad operare le aziende di soccorso stradale e di custodia veicoli nel nostro territorio.
A partire dal mancato rispetto dei criteri di chiamata da parte degli organi di polizia fino alla negazione delle indennità di custodia relativi al lavoro svolto da parte delle Amministrazioni dello Stato. Se andrà tutto bene forse pagheremo fra qualche anno se mi fai un bello sconto dice lo Stato.
Se poi si aggiungiamo le irrisorie tariffe applicate dalle organizzazioni in caso di interventi su convenzionati e della impossibilità per buona parte delle aziende indipendenti ad operare in ambito autostradale il quadro si può dire essere completo.
Questa situazione che per alcuni operatori si fa sempre più drammatica sta producendo un effetto a domino con conseguenze particolarmente nefaste per i più deboli e meno organizzate.
Le piccole imprese che costituiscono la spina dorsale del soccorso stradale in Italia stanno subendo i ricatti delle grandi organizzazioni che tendono a ridurre i prezzi a scapito della qualità addossando tutti gli oneri derivati al più debole della catena.
Siamo arrivati al drenaggio del 50% circa della tariffa pagata dall’automobilista bisognoso del soccorso da parte delle società nei confronti di colui che esegue materialmente il servizio.
Questo stato di cose non può proseguire ulteriormente per cui è auspicabile una azione di contrasto nei confronti di chi oggi intende farla da padrone.
Necessita una azione di forza per poter salvare ciò che resta del soccorritore stradale sempre più in declino a causa delle società che si frappongono tra il soccorritore e l’automobilista appropriandosi del margine di guadagno spettante a chi lavora.
E’ questo un grido d’allarme che deve essere forte ed intenso al fine di risvegliare dal loro profondo sonno gli organi istituzionali barricati nelle loro stanze.
E al coro si devono aggiungere tutti gli operatori onesti del soccorso che intendono proseguire nella loro attività.
Non è più tempo di stare con le mani in mano ma bisogna muoversi in tutte le direzioni per far valere i nostri diritti allorché abbiamo già risposto ai nostri doveri.
Non ci sentiamo difesi da nessuna organizzazione sindacale anzi le stesse sono sulle nostre spalle così come i funzionari che non hanno mai funzionato.
Siamo come dimenticati in un deserto in cui non si intravede neppure una piccola oasi a cui abbeverarci.
Gli organi di polizia tanto amici sono spariti, i prefetti non si interessano minimamente della nostra categoria e intanto fuori la città dei soccorritori brucia. I magistrati nei loro bunker emettono sentenze sulle indennità togliendo dal nostro avere il loro lauto stipendio. Le società Autostradali stanno nelle quinte trovandosi il lavoro fatto da organizzazioni a scapito dei soccorritori e degli utenti.
Neppure abbiamo a favore i pompieri quelli che abbiamo visto operare nei paesi terremotati così altruisti a monte e vergognosamente egoisti a valle che spesso in modo arrogante si intromettono nel nostro lavoro facendo concorrenza sleale.
In questo quadro dell’orrore trovano spazio altre nefandezze che dobbiamo per forza contrastare per poter dare speranza alle nostre aziende e delle persone che in esse lavorano 24 ore senza sosta.
La nostra ultima speranza la vediamo in Gauss con la speranza che anche tu non ci tradisca.